mercoledì 11 settembre 2013

Delle lunghe corse in treno e dei bambini

   Giravano fra le mie mani dei fogli di carta. Il treno affollato e rumoroso non mi permetteva di leggere il mio libro in pace. Leggo così poco in questo periodo che fatico molto a concentrarmi.
Ma le voci di alcuni bambini ancora di più prendevano la mia attenzione. I loro pianti che via via aumentavano sovrastavano la voce della madre che incalzava nello sgridarli.  Invano, certamente.

Comincio a prendere i fogli fra le mani per piegarli sino a farne delle barchette. Due, di ugual misura. 

Il treno si ferma a Bologna, io continuo nel gioco con la carta  e i pianti stizziti dei bimbi e la voce esausta della mamma non si cessano. So cosa significa la stanchezza di una mamma e la fatica nel gestire i capricci in svariate situazioni. Lo so benissimo!

   Appena riparte il treno vorrei avvicinarmi per regalare le due barchette ai bambini, per distrarli un po' e magari riuscire ad alleggerire la loro mamma. 
Ma un uomo mi precede e borbotta qualcosa di indefinito, spazientito si risiede.
Non oso alzarmi dal mio posto. In silenzio guardo la scena e aspetto che si calmi un po' la situazione. 
I bambini si tranquillizzano piano piano, la madre è nervosa e desiderosa di arrivare nella sua città.

   Ed io rimango a giocare con le due barchette... in silenzio ...dispiaciuta di non avere potuto alleggerire la fatica di quella donna. Forse la prossima volta ... anzi, certamente lo farò.


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