martedì 13 agosto 2013

Del genio di Modigliani e della sofferenza

Ho deciso stamattina. Su due piedi, come quando non si ha tempo, come quando è necessario farlo per stare meglio. Ho lasciato casa. Ho guidato fino a Milano, preso la metropolitana in direzione centro. 
Destinazione Palazzo Reale e la mostra di Modigliani. Perché? Oggi avevo voglia di "bellezza", di qualcosa che mi facesse camminare a testa alta, un po' fra le nuvole, ma coi piedi ben saldi a terra. Come piace fare a me.
Spaziando fra mille pensieri, spaziando fra mille voci, volti. Per fermarmi e gustare i colori impressi su quelle tele fitte ed eterne. Dove emozioni e sentimenti vi giacciono imprigionati  e dove ogni spettatore può farne parte, in ogni istante. 
Che sofferenza queste vite!!!
Artisti divenuti famosi solo dopo la morte. 
Con la mia audio-guida proseguo per la mostra, ogni opera descritta dettagliatamente è accompagnata da melodie a violino, a pianoforte. E' un altro mondo. Sono in un altro mondo, fra la borghesia e artisti maledetti del primo Novecento. Sono a Parigi, nel quartiere allora periferico di Montmartre. Bistrot frequentati da pittori squattrinati e ubriaconi, folli personaggi che dipingono tele per quattro soldi.
Vite di degrado e solitudine, che oggi rivivono attraverso opere di una struggente bellezza da far commuovere. 
Ed oggi sono riuscita a farlo. Oggi davanti al dipinto di Modigliani che ritraeva la "sua" Jeanne ho provato una profonda commozione. 
E comprendo che , se pur l'arte non è diventata la mia strada, l'arte è parte profonda di me e non posso liberarmene.
La bellezza lo è e non posso negarlo. 
La sofferenza che accompagna il cammino di un artista lo è.   Ed anche da questo non mi è possibile fuggire.


1 commento:

  1. Anche io ho visto la mostra di Modigliani quando l'avevno fatta a Palazzo reale ormai una decina di anni fa. Ma la ricordo ancora. Tanto era bella! Hai fatto bene a prenderti quello spazio di silenzio armonioso. Brava!

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